L'estrazione del Porfido Rosa assunse una connotazione più industriale ed organizzata nei primissimi anni del '900 e si rafforzò ulteriormente nel corso della prima metà del XX secolo. In questo periodo erano attive numerose cave di varie dimensioni, sia sulla sponda ticinese del lago Ceresio (ad es. a Carona e a Barbengo) sia sulla sponda lombarda (ad es. a Cuasso al Monte). Queste cave lavoravano a pieno ritmo per pavimentare i principali e più rinomati centri urbani della regione. Il Porfido Rosa, per le sue elevate caratteristiche tecniche e per la sua inconfondibile colorazione, venne impiegato ad esempio per pavimentare i centri di Lugano, Bellinzona, Varese, Milano e moltissimi centri minori: l'intero lungolago di Lugano era ad esempio pavimentato con dadi di Porfido Rosa. A partire dal secondo dopoguerra, l'attività di estrazione e lavorazione del Porfido Rosa si è concentrata in un numero sempre più minore di cave. La causa è da imputare principalmente alla scarsità di materiale "buono" idoneo alla lavorazione che non giustificava o rendeva insostenibile il proseguimento dei lavori in un determinato sito. |
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